La pazzia: unica salvezza da quel bigottismo perseverante, del Mondo Civile preesistente

 Adelio Morales Vaquez

Qualche bicchiere di vino o di grappa in più è sempre il benvenuto, anche se dovesse, per un attimo, influire negativamente sulla sobrietà.

In fondo, cosa s’intende per sobrietà? Vuol dire essere veramente svegli? 

No! Assolutamente non è così! Credetemi! Anche se può sembrare strano, è esattamente l’incontrario. Essere sobri, nel cosiddetto Mondo Civile, vuol dire rinchiudersi a vita in quell'angusta cella della mente, che è il riflesso del sistema collettivo attuale, per assecondare, per essere manovrati e soggiogati, per poi essere indotti, come tanti allocchi, ad ubbidire senza fiatare alle angherie tiranniche, affilate, di chi detiene le redini del Sistema Mondiale, attraverso il denaro: il Potere Occulto. Per questo motivo io concordo vivamente di mettere a tacere urgentemente la mente, che, come ho appena sostenuto, è il riflesso di questo mondo perbenista ed ipocrita, e di mandarlo in frantumi, come fosse uno specchio, a costo di far uso di qualche bicchiere in più di alcool, se si dovesse rendere necessario. A mali estremi, estremi rimedi! Infatti, quando si è brilli, si offre al proprio ego, al proprio spirito creativo, la possibilità di prevaricare sulla cosiddetta “ragione”, ripulendola da quel bigottismo maniacale e da quelle scorie che, il Sistema preesistente, tramite l’informazione distorta ed invasiva, continua quotidianamente a imbrattare, con il suo sterco disgustoso, gli occhi e la mente della gente. Sto parlando di preservare quelle particelle dipinte innate, simbolo della vita, che contribuiscono ad alimentare la vera identità creativa e spirituale, in ogni essere umano. Pertanto, faccio appello a quella pazzia unica al mondo, a quei colori che simboleggiano quella unicità spirituale, che Dio Onnipotente, Colui che È, ha fornito a tutti, per continuare ad illuminare quell'arcobaleno presente, in ogni essere umano, che significa, per l’appunto, Vita. È importante questo concetto, poiché non esiste un bene più prezioso della propria unicità creativa, che edifica la propria identità spirituale, sin dall'infanzia. 

 

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