Il falso pretesto della guerra in Vietnam

Adelio Morales Vaquez



È il 4 agosto 1964, il Presidente degli Stati Uniti Lyndon Johnson, appare in televisione informando la nazione che i soldati nordvietnamiti hanno attaccato gli Stati Uniti

Per essere più precisi, tre motovedette nord-vietnamite hanno attaccato due cacciatorpedinieri USA, nel Golfo del Tonchino

Tutti ne parlano come l’incidente del Golfo del Tonchino!

I telegiornali, enfatizzano l’incidente, offrono la piena solidarietà agli Stati Uniti, giudicando l’aggressione dei nord-vietnamiti come una vile attentato da rispondere con estrema durezza: 


“Ieri, tre imbarcazioni comuniste hanno attaccato un incrociatore statunitense lungo la costa vietnamita, la risposta del presidente Johnson oggi è stata dura . . .”  


Di seguito mettono in onda le dichiarazioni del presidente Johnson: 


Ad ogni attacco armato alle nostre forze, risponderemo. A chi ci chiede il nostro aiuto per difendere la libertà, gliela daremo.”

Inutile dire che, la profonda indignazione dell’opinione pubblica statunitense e quella di tutto il mondo occidentale, riguardo a queste notizie, agevola oltremodo la decisione del Congresso degli Stati Uniti di entrare ufficialmente in Guerra contro il Vietnam del Nord.

Però di tutta questa storia c’è un grosso problema! 

L’ATTACCO AI CACCIATORPEDINIERI USA DA PARTE DI NAVI VEDETTA VIETNAMITE NON È MAI AVVENUTO!

  • A sorpresa, il Capitano Herrick, ovvero il comandante di quell'incrociatore americano “Maddox”, che i media asseriscono che sia stato attaccato dalle motovedette vietnamite con dei siluri, dichiara che non sia realmente certo di quello che fosse successo, tant'è vero che, circa un’ora dopo l’annuncio dell’incidente, comunica di avere dei forti dubbi sull'attacco, anzi sembra quasi negarne l’esistenza.

  • Nel 1971, Daniel Ellsberg, un analista della CIA e, con la presidenza Lyndon Johnson, addetto alla segreteria personale del Ministro della Difesa Robert Mc Namara, a un certo punto, essendo divorato dai rimorsi di coscienza, al cospetto di una vedova invalida, che aveva perso due figli nella Guerra del Vietnam, decide di svelare il complotto sull'incidente al Golfo del Tonchino. È intenzionato a dimostrare che, l’attacco da parte dei nord-vietnamiti ai cacciatorpedinieri USA, in realtà non sia mai avvenuto, ma rappresentava solo un pretesto criminoso, per l'ingresso in guerra contro il Vietnam del Nord.  



Daniel Ellsberg inizia così a fotocopiare i relativi documenti segreti compromettenti, che lui, ovviamente, conosce molto bene, nei quali si evidenzia la frode perpetrata ai danni del popolo americano, riguardo all'incidente del Golfo del Tonchino. 

Vorrebbe trasmettere il tutto ad una redazione di un giornale

Sì, però a quale giornale? 

Purtroppo Daniel Ellsberg commette l’errore madornale di fidarsi di un suo amico e collega della CIA, il quale, molto scettico, cerca di dissuaderlo dal portare avanti l’iniziativa, essendo troppo azzardata e pericolosa, ma non riuscendoci, gli suggerisce di rivolgersi, se non altro, ad un redattore fidato del New York Times

In buona sostanza, assegnando quel dossier, "Pentagon Papers", sull'incidente del Golfo del Tonchino, alla redazione del New York Times, Daniel Ellsberg, inconsapevolmente, non ha fatto altro che trasmettere nuovamente il maltolto, ancor prima di essere pubblicato, ai vertici della CIA, ovvero a chi avrebbe voluto a tutti i costi tenere quei fascicoli, oltremodo compromettenti, segregati. 

Però, ormai la segretezza tanto voluta dai vertici della CIA, riguardo a quel dossier compromettente, è già compromessa, inutile negarne il suo passamano, pertanto, a loro non rimane altro da fare che assecondare la sua pubblicazione, controllandone però la divulgazione. In sostanza si convincono che l’unica via percorribile rimasta, sia quella di contenere l’interesse e l’effetto sull'opinione pubblica.

Ma in che modo? 

Intanto, per guadagnare tempo e riorganizzarsi, decidono di innescare una messinscena legale, consistente in un’ingiunzione emessa da un giudice della Contea di New York, ovviamente, con la sua scontata impugnazione da parte della Suprema Corte Federale degli Stati Uniti, per la sua incostituzionalità.

Ripeto l’intento è solo quello di guadagnare tempo!

Poi, gli stessi vertici della CIA, oltre che, ,ovviamente, ricattare e tenere sotto controllo Daniel Ellsberg, decidono di intraprendere una vera strategia mirata di contenimento psicologico collettivo, coinvolgendo i principali organi d’informazione, come il New York Times e il Washington Post, e successivamente, avvalendosi pure di un produttore cinematografico, con il compito di creare un Film sul complotto, particolarmente avvincente, cui offrire essenzialmente un’ironia  surreale, per indirizzare l’interesse del pubblico, sul cast e sulla scenografia, anziché sulla vera vicenda complottistica stessa.

Non c’è che dire! L’operazione da parte della CIA, al suddetto complotto sulla vicenda del Golfo del Tonchino, risulta ben riuscita, se si considera che gli organi d’informazione principali continuano sempre a minimizzare o peggio a scrivere, di tanto in tanto, qualche articolo con un’ironia del tutto scialba, omettendo sempre i particolari più salienti, ovvero la chiave sulla verità

La strategia dell’Intelligence, preposta per la tutela del potere capitalistico occulto, doveva per forza raggiungere lo scopo, ovvero, quello di arenare l’incidente di percorso in un angolo, fuori dall'attenzione e dalla portata percettiva reale della gente. 

Infatti tutt'ora l’unica giustificazione storica prevalente, sull'entrata degli Stati Uniti in guerra contro Vietnam del Nord, per l’opinione pubblica mondiale, continua essere l’attacco a due cacciatorpedinieri USA nel Golfo del Tonchino, da parte di tre motovedette vietnamite.


LA GUERRA PORTA AFFARI COME AL SOLITO!

Nell'ottobre del 1966, il Presidente Lyndon Johnson innalza le restrizioni commerciali nei confronti del blocco sovietico, giustificando il gesto come un atto dovuto, visto che i Sovietici, riforniscono più dell’80% di armi alle truppe nord vietnamite

Ma questa decisione non è altro che una manovra spiccatamente speculativa, o meglio, è solo una manovra finanziaria per creare grandi profitti ai soliti banchieri, al Potere Economico Occulto, favorendo Rockefeller a finanziare gli stabilimenti in Unione Sovietica, utilizzati per la produzione di armamento militare da inviare nel Vietnam del Nord


  • Il sostegno da parte delle Banche, o meglio, del “Potere Finanziario Occulto”, ad entrambi i fronti del conflitto del Vietnam è solo una faccia della medaglia! 

  • Devono pure contribuire affinché la guerra duri il più a lungo possibile!

  • Più la guerra continua, più le Banche creano profitti! È fisiologico!


Nelle regole d’ingaggio per la Guerra del Vietnam, in cui viene elencato cosa le truppe americane possono e non possono fare in guerra, vi sono incluse assurdità come:

  • le batterie anti-aeree nordvietnamite non possono essere bombardate fino a quando non si è certi che siano completamente operative

  • una volta che il nemico ha superato il confine col Laos o con la Cambogia, non può più essere inseguito 

Il più rilevatore di tutti è: 

  • gli obiettivi strategici cruciali non possono essere attaccati, a meno che non siano intrapresi dagli ufficiali militari di alto grado.

Ovviamente il Vietnam del Nord viene informato di tali restrizioni assurde, ed è su queste che riesce creare delle vere tattiche vincenti. 


A fronte di queste assurdità, ci sarebbe ora da domandarsi, giustamente:


“Perché gli Stati Uniti offrono al nemico Vietnamita l’opportunità di avere la meglio sulle proprie truppe americane?”


Semplice! Per fare in modo che la guerra duri il più a lungo possibile, in fondo la guerra del Vietnam non è stata concepita per essere vinta, ma solo per essere sostenuta, dalla quale ricavare guadagni d’oltre misura, destinati ai banchieri e ai relativi investitori e faccendieri, gestori del Grande Impero Economico Mondiale, OVVERO IL “POTERE OCCULTO”  


Morale della favola:


Questa guerra assurda, questo gioco finanziario vergognoso ad opera delle Banche, costa 58.000 morti americane e tre milioni di morti vietnamite.





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