IL FASCINO DEL DENARO
Adelio Morales Vaquez
Come lo sciame di mosche impazzite sono attirate dal
fetore dello sterco, così la gente, in genere, è affascinata e richiamata,
oltremodo, dal successo e dal denaro. Essa è composta da tante anime
schiavizzate e incatenate fra loro ad un muro, inebriate e abbagliate dallo
scettro dorato di un’entità luciferina,
che magicamente ne detiene il potere assoluto.
Dalle bocche di questa gente, di questi schiavi incatenati, si odono le solite
acclamazioni patetiche, pronunciate come una
preghiera del rosario,
parecchio irritante per le mie orecchie.
“Il lavoro è vita! Il denaro è la manna per la nostra pancia e per le nostre membra.”
Per caso, sarebbero disposti pure a leccare i piedi ai Potenti e ai Padroni, per dei sudici spiccioli?
Io dico che sarebbero disposti a barattare persino la
propria vita e la vita dei propri figli, per una manciata di soldi. Basti
sentire il fetore inquinante e velenoso che emanano le fabbriche, per non dire,
i “cacatoi” e le “latrine” dei Padroni e dei
Potenti, per rendersene conto.
Un esempio eclatante fu quello relativo
al famoso Boom
Economico, iniziato negli
anni cinquanta e sessanta, nel quale i contadini lasciarono le proprie terre,
il proprio capitale, per delle false
prospettive future, per la necessità urgente di una manodopera da sfruttare fino
all'osso. Ciò costituì un plagio mediatico di massa, per gonfiare, come
al solito, le tasche dei cosiddetti “Padroni” e dei “Potenti”, per alimentare ulteriormente la loro esistenza agiata terrena, a dispetto di chi vive nell'indigenza.
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